Nel XVII secolo in tutte le vetrerie d'Europa, iniziò il declino della "façon de Venise", cioè dell'influenza esercitata dal vetro veneziano come modello di stile internazionale. L'arte vetraria di questo periodo fu testimone della nascita di differenti e caratteristiche nazionali, e il predominio nella produzione passò dall'Europa meridionale a quella settentrionale. Vari fattori sia sociali, sia storici, favorirono tali cambiamenti: l'ascesa del protestantesimo e di una prosperosa classe "cittadina" nei Paesi Bassi, nonchè il declino del potere papale e la relativa minore importanza politica dell'italia, che nel corso del secolo perse la sua funzione di guida. Il vetro era stato da sempre un mezzo per la realizzazione di elaborate e fantasiose opere d'arte, spesso con funzioni pratiche molto limitate e di struttura delicata che rendeva minime le posibilità diuna intatta conservazione nel tempo.
Roemer. Si nota l'effetto della devetrificazione. 1680 circa
Bicchiere Schwarzlot prodotto a Norimberga intorno al 1675
In questo periodo nacque l'esigenza di conciliare le esigenze estetiche con le funzioni pratiche, e si produssero oggetti robusti e nello stesso tempo soddisfacenti da un punto di vista formale, grazie a una molteplicità di tecniche decorative. Le vetrerie veneziane avevano sperimentato la decorazione a smalto e utilizzavano la punta di diamante per incidere motivi convenzionali, in Germania e in Olanda le tecniche dello smalto e dell'incisione furono sfruttate in modo più diffuso. Anche l'incisione a ruota, frequentemente associata a quella a punta di diamante, fu usata sia da artigiani professionisti sia da dilettanti. Per quel che riguarda la smaltatura, le vetrerie del Sacro Romano Impero (Europa centrale, Paesi Bassi, Germania, Austria, Boemia e Slesia), applicavano la decorazione colorata su semplici forme di vetro per tutti i soggetti elementari e sofisticati. Il XVII secolo non fu caratterizzato da grandi innovazioni formali:la produzione si diffondeva verso il Nord Europa e ne assecondava la cultura locale indirizzando il suo interesse verso il boccale da birra piuttosto che verso il calice da vino.
L'articolo preferito di questo periodo era l'Humpen,alto anche 60 cm,dalla forma cilindrica semplice decorata con il bordo smaltato e/o dorato. I motivi variano da località a località e talvolta sono presenti coperchi convessi ornati da bottoni. Tra i tipi di Humpen più famosi ricordiamo:
  • il Passglass (link)
  • il piccolo Hofkellereiglas: destinato a contenere una quantità minore di birra
  • il Reichsadlerhumpen(bicchiere dell'aquila imperiale):la sua decorazione particolare raffigurava la struttura del Sacro Romano Impero. Gli elettori (principi tedeschi) , i rappresentanti delle varie classi sociali e delle professioni erano disposti su sette file di quattro scudi ciascuna lungo le ali spiegate dell'aquila.
  • il Jugdhumpen (bicchiere del cacciatore):su di esso venivano rappresentate scene di caccia.
Le decorazioni del periodo derivavano i loro soggetti da incisioni che prendevano come spunto i dipinti dell'epoca. Gli artigiani della Germania erano maestri nell'arte dell'incisione su vetro. Ricordiamo Georg Schwanhardt per l'innovazione della lucidatura delle aree cave create dalla ruota. La parte opaca della decorazione(nel punto in cui la ruota asportava la superficie) fu lucidata per restituire vitalità all'incisione. In Boemia si ricominciò a produrre un vetro-cristallo trasparente ottenuto con il potassio al posto della soda e con abbondante carbonato di calcio come stabilizzante. Il materiale, ottimo per l'incisione, sarà il punto di partenza della grande fioritura dell'arte vetraria locale nei successivi cinquant'anni.
A Norimberga ebbe notevole successo la decorazione a smalti, colorati trasparenti,eseguita in un solo colore, molto spesso il nero(Schwarzlot). Caratteristici di questa produzione sono oggetti non difficili da realizzare nella forma, spesso dalle superfici totalmente liscie,come il bicchiere con piede formato da tre globi cavi appiattiti.
Calice del tipo Verre à serpents, incisione a punta di diamante, 1670-85
In Olanda non ci furono particolari innovazioni techiche e stilistiche: gli artisti locali seguirono per lo più la tradizione germanica anche per le forme d'uso comune.Da segnalare è invece il fenomeno della specializzazione nella decorazione a incisione, che veniva applicata su vetri meno pesanti di quelli tedeschi e più simili alla produzione veneziana.
Alcuni oggetti di questo periodo si confondono con quelli inglesi a causa delle relazioni politiche e artistiche intercorse tra i due paesi. Carlo II risiedeva in Olanda durante l'esilio; sua sorella Maria Stuart era moglie di Guglielmo II d'Orange e il loro figlio divenne re di entrambi i paesi. Eredità di questo periodo sono molti bicchieri di provenienza olandese, decorati con soggetti tipicamente inglesi.
In Inghilterra lo stile veneziano cedette il passo ad una produzione "nazionale" solo dopo la Restaurazione di Carlo II (1660), ma è molto difficile individuarne gli oggetti anche a causa della manodopera italiana e olandese sempre presente. Questa mancanza d'informazioni è compensata in parte dalla documentazione riguardante le ordinazioni dei commercianti inglesi, che andavano dal semplice Roemer agli specchi di nuova concezione, fino a quelli veneziani.
Soltanto intorno al 1675, l'innovazione tecnica del vetro al piombo (vetro Flint) esaudì le esigenze dei produttori inglesi e favorì la produzione locale. Il vetro Flint conteneva alte % di ossido di piombo e i vantaggi, offerti dalla riduzione della fragilità e dalla maggiore brillantezza di tale vetro, erano noti ai Veneziani (in particolare ad Antonio Neri) che tuttavia non erano mai riusciti a esercitare un perfetto controllo in fornace.
Il difetto della devetrificazione, dovuto all'uso di quantità eccessive di potassio, fu risolto nel 1676.Tra le paste vitree realizzate, nessuna presentava la eccellente qualità di rifrazione e di risonanza del vetro al cristallo. La risonanza, totalmente assente nel vetro sodico, rappresenta un "mezzo diagnostico " utile e sicuro, impossibile da contraffare:mentre l'esposione alla luce UV, alla quale il vetro al piombo e quello sodico mostrano colorazioni diverse non è un metodo infallibile, l'esame del suono è un sistema sicuro per coppe, bicchieri e altri recipienti cavi.
Laproduzione del vetro al piombo fece sorgere una grande e prosperosa industria vetraria in tutta l'Inghilterra. Il nuovo vetro non poteva essere soffiato come quello veneziano e l'impossibilità di produrre oggetti in stile veneziano spinse i vetrai inglesi alla creazione di uno stile autoctono. La scuola di Venezia non era stata del tutto dimenticata: la prima produzione di Ravenscroft si ispirava alla Façon de Venis, ma verso la fine del secolo esisteva già uno stile inglese ben definito, che getterà le basi dell'enorme successo dell'industria vetraria del XVIII secolo.
Brocca dal corpo in vetro ghiaccio, prodotta in Catalogna. La forma è tipicamente moresca
A venezia l'oggettistica del Seicento, escludendo la spiccata inclinazione al decorativismo e l'emergente predilezione per il colore, ripropone forme e tecniche già note. L'arte invece si trova ad affrontare difficoltà interne , dovute all'organizzazione del lavoro, ed esterne , causate dalla concorrenza. Dall'arte vetraria di Antonio Neri del 1612 si ricavano dati particolarmente interessanti sul vetro colorato: l'acquamarina spesso associata a vetro incolore, il calcedonio, la pasta vitrea che imita il marmo translucido e quella che imita le pietre preziose. Non si menziona invece l'avventurina, un tipo di vetro dorato (nei secoli successivi verrà chiamato "stellaria"), che assumeva il proprio colore in virtù dei cristalli di rame lucenti presenti nella massa.
Gli abili maestri vetrai muranesi, che impiegavano in questo secolo tecniche già note, introdussero motivi decorativi nuovi ed elaborati e forme talvolta bizzarre. I caratteri specifici dei vetri prodotti a Murano rispecchiano le tendenze del gusto barocco che abbracciano ogni tipo di manifestazione artistica. La purezza della luce del vetro rinascimentale, spesso incolore, viene modificata, pur mantenendo le forme di base cinquecentesca, con l'aggiunta di fili di vetro rossi, gialli o azzurri spesso lavorati a pinze, usati per decorare lo stelo dei calici o le anse e l'imboccatura di ampolle e brocche per formare creste, mentre sul corpo compaiono pastiglie con protomi leonine applicate a caldo. I vetri diventarono espressione della libera fantasia dell'artista che cercava soprattutto effetti illusionistici e l'oggetto non venne più concepito in funzione del suo uso. Spesso accadeva, infatti, che l'originalità della forma e la ricchezza della decorazione rendessero gli oggetti difficili da maneggiare.
L'emigrazione dei vetrai muranesi, già verificatasi nel Cinquecento, si accentuò nonostante le severe leggi della Serenissima Repubblica. La Francia, il Belgio, l'Olanda, l'inghilterra, la Germania, l'Austria, la Danimarca e, in Oriente, la Persia e l'isola di Cipro erano le mete più ambite per i lauti guadagni che offrivano. Gli immigrati, che già nel secolo precedente avevano dato avvio alla produzione nota come Façon de Venis, si uniformarono alle esigenze del gusto locale. Nel Seicento manifesteranno una decisa preferenza per le ricche decorazioni con creste, volute e applicazioni di altro tipo, soprattutto nei grandi calici. Tali emigrazioni provocarono uno stato di disagio che i produttori muranesi non mancarono di denunciare alle autorità, che emanarono una lunga serie di decreti per limitare l'importazione di vetro straniero, proveniente da manifatture estere nate grazie al contributo dei maestri veneziani emigrati. La peste del 1630, la conseguente mancanza di manodopera costrinsero i produttori di fornaci ad entrare in società con forestieri e, vent'anni più tardi, la crisi economica portò i maestri vetrai a chiedere la partecipazione di capitali non muranesi per la gestione delle fornaci.
Nel resto dell'Europa la proliferazione della Façon de Venis è testimoniata dai famosissimi verres à serpent, grandi calici con lo stelo costituito da un filo vitreo a forma di serpente intrecciato in un complesso groviglio, prodotti nei Paesi Bassi, a Liegi,a Bruxelles, in Olanda, in Germania e altrove.
La Spagna, relativamente isolata dall'Europa, fu l'ultimo paese a subire l'influsso dell'arte vetraria del Nord Europa. Probabilmente la sua popolazione, in maggioranza cattolica, era più vicina alla tradizione conservatrice veneziana che alle idee progressiste dei paesi protestanti del nord.
Calice di Murano del Seicento, detto a serpente per la forma dello stelo


Flugelglas, l'espressione più fantasiosa del periodo veneziano. Europa Settentrionale
La produzione spagnola si avvicinava a quella dei vetri veneziani di qualche decennio prima o alle creazioni meno belle dei laboratori contemporanei, anche se non mancavano caratteristiche che tipicamente spagnole dell'influenza moresca. Anche i vetri più semplici presentano ricche decorazioni a pinza, ad anelli e fili, simili a quelle dei vetri islamici coevi del Mediterraneo orientale.
Forme particolari come il porron o il cantir, recipienti con beccuccio per le consumazioni del vino nacquero dalle condizioni sociali del paese. La tradizione islamica influenzò invece le forme di altri oggetti come le brocche. Altre brocche di questo periodo, provenienti da diverse località della Spagna, rivelano invece la loro natura "provinciale" nel manico piuttosto goffo e nell'applicazione incerta del beccuccio.