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Alla fine del XIX secolo si arrivò alla realizzazione d'opere di una complessità tecnica e di un virtuosismo mai visti (laboratori di Emile Gallé e di Louis Comfort Tiffany) che consolidarono l'idea del vetro come mezzo di espressione artistica. Dopo la prima guerra mondiale artigiani e fabbricanti sperimentarono nuove tecniche e una grande varietà di stili. Si delineò una distinzione crescente tra oggetto di vetro come decorazione domestica di lusso e vera e propria opera d'arte, tra il multiplo di lusso disegnato, costoso e prodotto industrialmente, e la creazione individuale. Durante gli anni venti, gli artisti francesi con una sofisticata creatività e un'abilità a eseguire oggetti di qualità molto elevata, crearono forme e decorazioni molto eleganti, e la Francia sul piano della moda diventò il centro di riferimento mondiale. Lo stile di quel periodo fu chiamato "Art Decò", dal nome dell'Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industriels Modernes di Parigi del 1925. In Francia tra le due guerre gli artisti e le fabbriche con una fama già consolidata, continuarono la loro attività alcuni crearono nuovi stili, altri per incapacità di evolversi, subirono un lento declino. La storia del vetro francese fu varia e completa. Negli stati Uniti, lo stile inaugurato da Tiffany continuò a dominare su un mercato in via di declino.
Vaso realizzato da Dominick Labino, figura di rilievo dello Studio Glass americano
Nell'Europa centrale la produzione fu tendenzialmente di carattere conservatore: continuò la richiesta dei tradizionali vetri intagliati, incisi e smaltati tipici delle manifatture dell'Austria e della Boemia, e quella degli oggetti di vetro decorato a lustro, tipici del periodo dell'Art Nouveau. Le vetrerie britanniche non portarono innovazioni e soltanto due artisti riuscirono a distinguersi dalla massa: K.Murray e C.Farquharson.
Pezzi disegnati negli anni Cinquanta e Sessanta presso le vetrerie svedesi Orrefors
Le fabbriche svedesi di Orrefors e Kosta e le vetrerie di Murano con Venini in testa, a produrre quei rinnovamenti stilistici e ideologici che getteranno le basi del rinascimento del dopoguerra.Il vetro assunse una nuova e importante funzione all'interno del movimento internazionale del Modernismo, che si formalizzò negli anni venti, caratterizzando con uno spirito nuovo l'architettura e il design. Il vetro e l'acciaio diventarono i materiali fondamentali del nuovo design, che respingendo l'idea di un'arte decorativa fine a se stessa, dava la massima importanza alla funzione pur non trascurando lo stile. Il vetro fu impiegato diffusamente nell' architettura, nel design d'interni, per mobili e apparecchi per l'illuminazione. Il Modernismo, per il quale il vetro era luce, spazio, ottimismo, prese piede in Germania e in Francia, dove Le Corbusier costituì nel 1930 l'"Union des Artistes Modernes".
Negli Stati Uniti questo stile divenne presto popolare e, con l'arrivo dalla Germania di Ludwig Mies van der Rohe (1886-1969) si costruirono palazzi di vetro dalla strutture d'acciaio. Alla fine della seconda guerra mondiale vi furono importanti progressi tecnologici nell'industria vetraria e fondamentali cambiamenti di atteggiamento sia nell'arte in generale che nelle manifatture del vetro. Il vetro moderno è una sostanza ad elevata perfezione e il vetraio dei giorni nostri, che ha abbandonato alcune delle tecniche tradizionali, può essere un tecnico esperto che usa sofisticate apparecchiature elettroniche o un artista che usa il vetro come mezzo di espressione. Le nuove tecnologie e i nuovi approcci, che consentivano una maggiore libertà di espressione e di sperimentazione, diedero vita a una confusione di stili che rende difficile l'individuazione di confini di tipo estetico ben definiti, vista anche l'enorme varietà della produzione.
Vaso di vetro scolpito con figure in rilievo. René Roubìcek, 1950 circa
Al termine del secondo conflitto mondiale, continuò a soddisfare la domanda per vetri di uso domestico e industriale. Contemporaneamente, i progetti di ricostruzione dell'Europa postbellica, richiesero notevoli quantitativi di vetro destinato all'architettura. Grazie alle innovazioni tecnologiche nel campo della produzione, il vetro in lastre può essere utilizzato per formare quasi tutta la guaina esterna degli edifici. Testimonianza di ciò sono la facciata del Solow Building di New York, costruito da Skidmore, Owing e Merril nel 1974 e il Tolmers Square Building di Londra, fabbricato da Renton, Howard Wood e dalla Levin Partnership nel 1982. La versatilità del vetro come materiale da costruzione è dovuta soprattutto all'invenzione del procedimento "galleggiante" ad opera della Pilkington Brothers. Per l'architettura vengono anche prodotti vetri armati, costolati o modellati in varia forma e blocchi di vetro colorato, che possono essere legati con la malta come mattoni, Di tali vetri si è fatto grande uso negli anni Sessanta per pareti esterne ed interni. Durante il boom economici degli anni Cinquanta e Sessanta, la maggior disponibilità di fondi per la ricerca, portò alla scoperta di nuovi materiali e ad importanti innovazioni alla produzione di massa: si pensi all'invenzione casuale del vetro-ceramica, (utilizzato non solo per le finestre e le antenne di veicoli spaziali ma anche per gli articoli da tavola e da forno), al miglioramento del vetro al piombo, all'impiego del vero nel campo dell'illuminazione ecc... Fin verso la metà degli anni sessanta il vetro artistico era prodotto quasi esclusivamente in laboratori annessi alle principali vetrerie. L'importanza di tali laboratori era dovuta al prestigio e alla pubblicità che facevano ricadere sulle ditte in caso di vincita di premi alle importanti esposizioni commerciali, come le fiere mondiali e la triennale di Milano. Per la Cecoslovacchia queste esposizioni costituivano l'unico mezzo per attirare l'attenzione sul carattere di avanguardia della sua industria del vetro. Tranne che in Gran Bretagna, la maggior parte delle vetrerie aveva un settore studi in cui il vetro era prodotto da una squadra di operai avente una ben definita divisione di ruoli. Il pezzo, disegnato su carta veniva poi realizzato da una squadra di esperti artigiani che continuavano le più antiche tradizioni della produzione. Nella maggior parte dei paesi il designer lavorava esclusivamente al suo tavolo da disegno e non aveva nessun legame con l'industria del vetro. Un eccezione è rappresentata dai paesi scandinavi dove i designer che lavoravano in stretto contatto con gli artigiani, spesso avevano ricevuto una formazione come operai e lavoravano a tempo pieno nelle fabbriche di vetro. A partire dagli anni sessanta il vetro artistico e il vetro industriale prendono vie separate. Oggi l'arte e la tecnologia del vetro si insegnano a livello universitario: in America esistono più di cento dipartimenti nelle università e negli istituti superiori che insegnano le tecniche di fabbricazione. Oggi i premi da vincere non sono più legati alle manifestazioni di carattere commerciale ma alle esposizioni nei musei, molti dei quali hanno collezioni di vetri contemporanei Tutto questo attribuisce un nuovo status sia all'artista del vetro sia alla sua creazione, che viene accettata a pieno diritto come espressione artistica. La prima di tali mostre dal titolo "Glass 1959, "A Special Exhibition of International Contemporary Glass", ebbe luogo al Corning Museum of Glass di Corning a New York, come anche la seconda dal titolo "New Glass - a Worldwide Survey". I cambiamenti di tendenza del settore sono evidenti se si confrontano i dati, nel 1959 furono sottoposte alla giuria 2000 diapositive che rappresentavano i lavori di vari artisti, nel 1979 tali diapositive raggiunsero le 7000 unità.

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