Classificazione secondo la composizione

Vetro al piombo: è caratterizzato da brillantezza, elevato indice di rifrazione per la luce e bassa temperatura di rammollimento. A questa classe appartengono i cristalli, la cui suddivisione è stata modificata dalle direttive CEE del 1973.
    Prima di tale data, la classificazione dei vetri al piombo si articolava come segue.
  • Cristalli pesanti: con più di 30% di ossido di piombo.
  • Mezzi cristalli: contenenti quantità minori di ossidi di piombo, assieme ad altri ossidi come il bario e lo zinco.
  • Cristalli di Boemia: vetri sodico-calcio-potassici privi di impurità e con buona brillantezza.

    Dopo la normativa CEE, ecco come si presenta l'attuale classificazione.
  • Cristallo superiore: con più di 30% di ossido di piombo.
  • Cristalli al piombo: con più di 24% di ossido di piombo.
  • Vetro sonoro superiore: contenente, oltre all'ossido di piombo, anche quello di zinco, bario e potassio in quantità maggiore o uguale al 10% singolarmente.
  • Vetro sonoro: contenente, oltre all'ossido di piombo, anche quello di bario o di potassio in quantità uguale o maggiore al 10% singolarmente o globalmente.

Vetri di borosilicati: sono caratterizzati da alta temperatura di rammollimento, buona resistenza agli sbalzi termici e buona lavorabilità. Questi tipi di vetro rappresentano il mezzo più sicuro di smaltimento dei rifiuti radioattivi, grazie alla capacità di resistenza alla corrosione ed al valore particolarmente basso del coefficiente di diffusione degli ioni radioattivi.
I vetri microporosi, usati in biotecnologia ed in cromatografia, sono ricavati da alcuni tipi di vetri sodio-borosilicati.

Vetri di quarzo: formati quasi esclusivamente da silice, possono sopportare bruschi sbalzi di temperatura, grazie al loro basso coefficiente di dilatazione; sono permeabili alle radiazioni ultraviolette e rammolliscono poco a temperatura elevata.
Date queste caratteristiche, i vetri al quarzo sono di difficile lavorazione e si usano principalmente per manufatti da laboratorio chimico.

Vetri di silice: caratterizzati da una percentuale di silice più bassa rispetto ai vetri di quarzo, si ottengono dal vetro borosilicato.
Durante la lavorazione, il manufatto è sottoposto ad un trattamento termico che favorisce la formazione di due fasi vetrose: l'una ricca di silice, l'altra ad alto tenore di alcali e anidride borica. Quest'ultima si scioglie in acido minerale concentrato a caldo. Il prodotto residuo è poroso e, dopo essere stato portato ad alta temperatura, dà origine a un preparato trasparente, adatto a svariati impieghi, dai bulbi delle lampade per radiazioni ultraviolette agli oggetti da laboratorio.
I vetri in pura silice presentano le seguenti caratteristiche: struttura tridimensionale altamente legata con conseguente elevata resistenza alla temperatura, resistività elettrica e chimica, basso coefficiente di dilatazione termica. Vengono impiegati per particolari produzioni chimiche e ottiche, a causa delle difficoltà di lavorazione e di formatura della silice che presenta elevati valori di viscosità e di temperatura di fusione (1710 °C).La viscosità può essere ridotta con l'impiego di un flussante (es: Na2O) che determina la rottura di alcuni legami Si-O e l'ottenimento di vetri siliceo-alcalini. I vetri in silice pura sono prodotti per vaporizzazione di SiCl4, successivamente idrolizzato a SiO2, o iniziando da borosilicati e separando con acido una fase costituita da borati alcalini: lo scheletro siliceo risultante assume per riscaldamento la compattezza voluta.

Vetri non silicei: composti da miscele di ossidi vari e limitati al campo dell'ottica come assorbenti di calore e trasmissione raggi infrarossi.

Vetro sodico calcico: la sua miscela è caratterizzata dalla presenza di ossido di calcio che diminuisce il limite di cristallizzazione del vetro, aumentandone la persistenza nel tempo. A questa classe appartengono i vetri comuni quali, ad esempio, quelli da finestre o per contenitori.
Questo tipo di vetro può essere incolore oppure colorato per la presenza di piccole percentuali di sali di ferro, come nel caso dei vetri per bottiglie.

    Lastre commerciali: prodotte in spessori unificati, si distinguono nelle seguenti categorie.
  • Vetri semplici: spessore compreso tra 1,5 mm e 1,8 mm.
  • Vetri semidoppi: spessore 2,5 mm.
  • Vetri doppi: spessore da 3,5 mm a 4 mm.
  • Mezzi cristalli: spessore compreso tra 4 mm e 6 mm.
  • Cristalli: spessore da 6 mm a 12 mm.

    Generalmente, oggi, il vetro da lastre si ottiene a ciclo continuo in bacino, secondo i seguenti procedimenti.
  • Fourcault: utilizza una macchina dell'altezza di 12 m, la cui base, dotata di una fessura centrale, viene immersa nel vetro fuso. Questo viene in tal modo tirato verso l'alto e si raffredda progressivamente.
  • Libbey Owens: la lastra viene tirata verticalmente dal forno per circa 1 m e, con un cilindro, viene fatta proseguire orizzontalmente, fino al forno di cottura.
  • Pittsburgh: prevede un'estrazione come il secondo processo e un avanzamento come il primo.

Vetrate per l'edilizia

  • Vetro float: viene commercializzato in lastre incolori con spessore compreso tra 3-19 mm.
  • I cristalli atermici derivano dal vetro float con l'impiego di coloranti nella pasta vetrosa e possiedono la proprietà di ridurre l'irraggiamento solare negli ambienti anche se il loro colore viene sfruttato maggiormente per fini architettonici. Il coefficiente di trasparenza del vetro è funzione dello spessore e del colore della lastra ed è compreso tra 0,91-0,86 per i cristalli chiari trasparenti (valori minori per cristalli atermici o riflettenti) e tra 0,83-0,80 per cristalli chiari uniti al perimetro.
  • Cristalli riflettenti: sono lastre di cristallo con una faccia trattata con un deposito di ossidi metallici, in modo da ottenere una riflessione selettiva dell'irraggiamento solare e da schermare le radiazioni ultraviolette (spettro compreso tra 300-380 nanometri). Il deposito di ossidi metallici avviene tramite processi di pirolisi o per polverizzazione catodica di metalli ed ossidi metallici in campo elettromagnetico (Metodo Magnetron Sputtering) o sotto vuoto spinto con la crazione di un vetro con un buon rapporto luce trasmessa/luce riflessa. L'eliminazione dell'effetto specchio avviene tramite microincisioni della superficie del pannello, con ottenimento di una microporosità diffusa. L'efficacia del vetro antiriflesso è costante sotto ogni punto di vista e di illuminazione. Questi tipi di cristalli sono impiegati negli edifici.
  • Cristalli uniti al perimetro (vetri isolanti o pannelli vetrocamera): sono costituiti da 2 o 3 lastre, di uguale o diverso tipo, unite lungo tutto il perimetro, così da creare un'intercapedine d'aria disidratata e isolata rispetto all'ambiente esterno. Si riduce in tal modo la trasmittanza dei cristalli. E' necessario controllare lo spessore delle lastre oltre alle variazioni di temperatura e di pressione nelle località di installazione.
  • Cristalli basso-emissivi: la loro produzione è analoga a quella dei riflettenti, ma necessita di un trattamento specifico per riflettere il calore irraggiato dall'interno degli ambienti, così da ridurne la dispersione, mantenendo nel contempo un'alta trasmissione luminosa dall'esterno verso l'interno. Questi tipi di cristalli vengono impiegati generalmente come lastre interne in abbinamento a lastre esterne riflettenti.


Le caratteristiche del vetro | Lavorazione industriale | Lavorazioni artistiche | Torna alla classificazione