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Ottaviano Augusto, sconfiggendo Marco Antonio e Cleopatra (e includendo nell'impero romano l'Egitto, ultimo regno ellenistico indipendente del Mediterraneo orientale), nel 31 a.C., chiude formalmente l'epoca ellenistica. L'impero romano così includeva a nord parte dell'Europa centro occidentale e a sud l'intero bacino del Mediterraneo. Con la pace e la stabilizzazione dell'autorità dell'Augusto, l'impero per diversi secoli produsse una cultura materiale omogenea e promosse lo sviluppo commerciale e industriale su larga scala. Contemporaneamente la libera circolazione di popoli, prodotti e conoscenze tecniche all'interno dell'impero, crearono a una nuova era per la produzione industriale e per la manifattura del vetro in particolare, che sperimentò profondi cambiamenti in questo settore ormai antico ma ancora abbastanza ristretto. Per la prima volta nacquero a Roma e in altre città italiane importanti manifatture vetrarie, probabilmente impiantate da vetrai provenienti da regioni del Mediterraneo orientale. Gli scavi effettuati in varie località (Roma, Luni in Liguria, o Cosa nell'Etruria), dimostrano, infatti, la scarsa conoscenza che i Romani avevano, prima del periodo di Augusto, dei manufatti in vetro.
Vaso Portland, esempio più famoso di vetro cammeo romano
Poi quasi all'improvviso, compare lo stesso tipo di oggetti un po' ovunque in Italia, in centri grandi e piccoli, ricchi e poveri, urbani e rurali, e all'estero in Francia, in Svizzera, in Austria, in Germania e in Spagna, dove erano stanziati i soldati delle legioni di Augusto, ai quali venivano inviati oggetti di vetro. Secondo il geografo Strabone, contemporaneo di Augusto, l'industria vetraria possedeva una grande inventiva e produttività. Non solo sperimentava varie tecniche di colorazione, ma riusciva a immettere sul mercato vasellame molto economico, che costava solo una moneta di rame. L'industria romano-italica, produsse un vasellame molto particolare, ottenuto mediante colatura in stampi composti di due parti o plasmando il vetro sopra o all'interno di stampi tradizionali, Tale vasellame è oggi facilmente riconoscibile dai frammenti, vivacemente colorati, opachi o traslucidi, creati con sezioni o pezzi di canne in vetro mosaico. La maggior parte di questi oggetti, rinvenuta quasi esclusivamente in Italia e nel Mediterraneo occidentale, presenta caratteristiche proprie, un nuovo repertorio di forme, di combinazioni, di disegni e di colori. Prettamente romane sono le serie di piatti, coppe, coppette e vassoi, eseguiti per mezzo della colatura in vetro mosaico o colorati (blu Savoia, verde giada, rosso opaco, blu pavone, bianco, azzurro), che imitano le forme delle ceramiche prodotte ad Arretium in Etruria. I ritrovamenti effettuati a Roma e altrove in Italia, dimostrano con chiarezza come la prima produzione vetraria fosse ottenuta con il metodo della colatura. Solo all'epoca della dinastia Giulio-Claudia la scoperta e la diffusione della soffiatura rivoluzionarono l'industria vetraria. Con tale tecnica vennero creati vetri-cammeo o rivestiti, che risalgono all'età augustea o a quella immediatamente successiva.
Si trattava di recipienti, in genere brocche, coppe da bevande, anfore o ampolle prodotte sovrapponendo uno strato di vetro bianco opaco a uno blu scuro, rosso porpora o verde. Lo strato di vetro bianco veniva poi meticolosamente scolpito da un intagliatore di gemme, che rappresentava in rilievo motivi egizi, miti classici e riti in onore del dio greco Dioniso
Coppa costolata, la forma più popolare all'epoca di Augusto