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Il gran successo riscosso dai manufatti veneziani in Europa fu seguito da un'ampia distribuzione di questi prodotti presso le corti dei sovrani, dei papi e della gente facoltosa.
Questa produzione d'alta qualità, costituita da vetri colorati o dal trasparente "cristallino", era decorata con smalti e oro. La complessità di questo procedimento favorì l'avvicinamento dei pittori all'arte vetraria; successivamente saranno le stesse famiglie dei vetrai a dare i natali a pittori dediti alla decorazione dei prodotti di Murano.
Il vetro raffreddato era preso dall'artista che lo decorava con la foglia d'oro e con gli smalti (pasta vitrea polverizzata e amalgamata con una sostanza grassa), quindi veniva riscaldato, riattaccato al pontello e posto a contatto con il fuoco che portava a fusione gli smalti.
Solo dopo questi procedimenti erano aggiunti gli elementi accessori.
La molteplicità dei soggetti e la gran quantità di colori caratterizzarono questa produzione che molto si ispirava ai modelli Siriani, conosciuti dai Veneziani, a causa dei frequenti legami commerciali con Damasco ed Aleppo, nel loro momento di massimo splendore. |
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Di questo periodo ricordiamo:
- il calice blu del Museo Civico Medioevale di Bologna; di forma ancora goticheggiante con l'ampio piede a campana, lo stelo con il grosso nodo e la coppa con pesanti baccellature sul fondo riprende un modello prodotto in metallo. La decorazione ritrae l'adorazione dei Magi e
la fuga dall'Egitto separate da due figure di profeti, il fondo è composto da arabeschi dorati.
- il piatto del Museo Provinciale d'Arte di Trento di colore ametista decorato a smalti policromi: due pavoni e due cardellini, tra pampini e grappoli d'uva, incorniciano un profilo femminile
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